Descrizione
Nel settembre 2017, la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo sulla revisione intermedia dell’Agenda europea sulla migrazione ha definito il “lavoro non dichiarato” in settori specifici dell’economia di vari Stati membri come un “fattore di richiamo” per l’immigrazione irregolare nell’Unione Europea (UE).
Questo studio si propone di analizzare i fattori alla base della profonda ristrutturazione del mondo agricolo nel Sud Italia, per dimostrare come le dinamiche in corso siano anche il risultato di strategie politiche specifiche. Inoltre, lo studio punta ad approfondire il contesto più ampio in cui vengono violati i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori migranti, cercando di leggere oltre gli abusi subiti da questi nell’Italia meridionale – ampiamente documentati nell’ultimo decennio dai mezzi di informazione e dalle organizzazioni della società civile – e le misure decisamente insufficienti adottate dall’UE e dagli Stati membri per contrastare lo sfruttamento.
L’obiettivo è analizzare le molteplici pressioni sul sistema agricolo derivanti dalla ristrutturazione delle catene agroalimentari e i fattori che inducono le aziende agricole a ricorrere ai lavoratori migranti in modo irregolare, approfittando della loro condizione di vulnerabilità.