Descrizione
Riccardo Gatti per mestiere ha scelto di fare il capitano di navi che salvano uomini.
In altri tempi sarebbe stato capitano su navi pirata, di quei pirati raccontati da Hakim Bey e David Graeber: stesso coraggio, stessa percezione dei confini come ostacoli assurdi, stesso profondo rispetto per leggi superiori a quelle degli Stati.
Migliaia di vite salvate in mare con la terribile consapevolezza che non se ne potranno mai salvare abbastanza finché leggi e giustizia continueranno ad essere espressione di calcoli meschini.
Tante e tante missioni lottando contro il tempo e contro regole disumane che vorrebbero il mare sgombro da occhi indiscreti.
Riccardo Gatti, capomissione in mare prima per Open Arms e ora per MSF, racconta le sue esperienze senza risparmiare critiche a chi, anziché tentare una gestione delle migrazioni, si ostina ad ostacolarle causando inenarrabili sofferenze e incalcolabili tragedie umane.
Anche in un momento storico in cui l’attenzione è eccessivamente polarizzata su dettagli sanitari e normativi legati a Covid-19, non dobbiamo dimenticarci l’enorme catastrofe umanitaria legata alle migrazioni né le incredibili ingiustizie che ne oscurano la corretta percezione.
Ma quando le missioni di salvataggio in mare hanno successo e i sopravvissuti riescono finalmente a superare le burocrazie e i fili spinati dei centri di prima accoglienza, troppo spesso gli si spalanca l’inferno di quel lavoro da schiavi che permette a tutti noi di mettere in tavola alimenti a basso prezzo.
E a questo punto siamo noi a terra, ogni giorno, ogni volta che facciamo la spesa, che possiamo decidere di influire sul cambiamento.